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- Pubblicato Sabato, 01 Giugno 2013 16:03
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Istat: 9 milioni di italiani in difficoltà. E' l'esercito di disoccupati, scoraggiati e precari
Il disagio occupazionale è triplicato dall'inizio della crisi e oggi interessa quasi 9 milioni di italiani in età da lavoro. E' quanto fotografa l'Ires Cgil che, partendo dai dati Istat del quarto trimestre 2012, calcola come siano in situazione di difficoltà 8 milioni e 750mila persone, 818mila inpiù dello stesso periodo del 2011 (+10,3%). Rispetto allo scoppio della crisi, ovvero al IV trimestre 2007, l'indicatore ha 2 milioni e 811mila persone in più (+47,4%). Entrando nel dettaglio, nell'ultimo quadrimestre 2012 l'area della sofferenza occupazionale che comprende disoccupati, scoraggiati e cassa integrati coinvolge 4 milioni e 570 mila persone, ed è in aumento di 650mila unità rispetto allo stesso trimestre 2011 (+16,6%).
È ancora maggiore l'incremento se il paragone è con il quarto trimestre 2007 (+70,1%), quando l'area della sofferenza contava 2 milioni e 686mila persone: l'aumento sfiora i milione e 900 mila unità. È in costante crescita dal 2007 anche l'area del disagio che comprende precari e part time involontari, stimata in 4 milioni e 175mila unità, 168mila persone in più rispetto al quarto trimestre 2011 (+4,2%), ben 927mila in più rispetto allo stesso periodo del 2007 (+28,6%).
«Gli indicatori - commenta il presidente dell'associazione Bruno Trentin, Fulvio Fammoni - delineano l'ulteriore deterioramento che attraversa il mercato del lavoro. La crescita tendenziale del tasso di disoccupazione riguarda tutte le ripartizioni territoriali, ma è più marcata nel Mezzogiorno». Al Sud il tasso di disoccupazione di giovani tra 15 e 24 anni raggiunge il picco negativo del 46,7% per gli uomini e del 56,1% per le donne, inoltre aumenta l'incidenza della disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più) che corrisponde al 54,8% del totale (50,6% nel quarto trimestre 2011). Quanto alla cassa integrazione si prevede che nel 2013 per il quinto anno consecutivo supererà 1 miliardo di ore autorizzate, nonostante il calo per mancanza di fondi della cassa in deroga.
Per Fammoni è «ormai condivisa la tesi che la disoccupazione formale misura per difetto la dimensione reale della platea di quanti vorrebbero lavorare», l'inattività in Italia è «straordinariamente elevata e questo spiega perché, a fronte di un tasso di occupazione molto basso, il tasso di disoccupazione sia sostanzialmente in linea con la media europea, collocandosi in una posizione intermedia fra l'area Euro e la Ue a 27 Paesi». L'aumento di "scoraggiati" che non cercano lavoro, perché convinti di non trovarlo (+32mila rispetto al quarto trimestre 2011, pari a+2,1%), di inattivi per motivi di studio (+69mila, +1,7%) o in attesa dell'esito di passate azioni di ricerca (+26mila, pari a +4,3%), è bilanciato dal calo degli inattivi per motivi familiari (-78mila, -3,2%) e delle persone non interessate a trovare un impiego o ritirate dal lavoro (-522mila, pari a -12,1%).
Infine le assunzioni: per le comunicazioni obbligatorie del 2012 oltre l'80% dei nuovi rapporti di lavoro è temporaneo, nella grande maggioranza a tempo determinato. I contratti temporanei fanno più di un lavoro all'anno (1,4 in media) ma le cessazioni sono più numerose delle attivazioni.
FONTE: http://www.businessvox.it
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