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- Pubblicato Sabato, 14 Settembre 2013 23:15
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ROMA - «Se il governo cade, i decreti sull' Imu non verranno convertiti e quindi i cittadini dovranno pagare l'Imu». E' l'avvertimento lanciato oggi dal premier Enrico Letta alla festa Udc a Chianciano. «La discussione sull'Imu è chiusa, dal primo gennaio nasce la service tax», ha aggiunto. «Io difendo la soluzione approvata, la service tax è un passaggio che semplifica, sarà una riduzione del peso fiscale, è una tassa federalista. È la scelta giusta, quello che ci voleva», ha osservato il premier.
«Non ho dubbi che se il governo cade la legge di stabilità la scrivono a Bruxelles. Per un motivo molto semplice, che abbiamo la stessa moneta» degli altri Paesi Ue, ha sostenuto ancora Letta. Con la Legge di stabilità ci sarà un «taglio del costo del lavoro con un intervento sul cuneo fiscale per far ripartire consumi e economia», ha poi assicurato il premier.
Sull'ipotesi di una crisi, il presidente del Consiglio si è comunque detto sicuro che «prevarrà il buonsenso». Riferendosi al voto di mercoledì della giunta del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi, Letta ha sottolineato che non avverà «nulla che metta in crisi il governo. Decide la Giunta ma non ci saranno problemi per l'esecutivo». E sullo scontro sul voto segreto o palese ha osservato: «Non entro in questa discussione, il voto non è materia» di cui si deve occupare il presidente del Consiglio.
«Dal tema stabilità ed instabilità dipende tutto. Se non c'è la stabilità, noi non ce la caviamo e non c'è alcuna possibilità di farcela. Non me ne frega niente delle prese in giro», afferma ancora il premier riferendosi alle punzecchiature del sindaco di firenze Matteo Renzi che lo ha acusato di pensare troppo alla sua seggiola. «Noi non possiamo più permetterci giochi politici e l'instabilità basata sui giochi politici. I costi dei giochi politici minano la ripresa», ha detto ancora Letta.
«Dobbiamo assolutamente mettere la parola fine con un percorso visibile sul tema delle riforme costituzionali e istituzionali». Senza tutto ciò «i cittadini continueranno ad avere un atteggiamento di diffidenza e rifiuto per il sistema politico», ha aggiunto. «Cambiare il titolo V della Costituzione è stato un errore ed è stato l'inizio dell'avvitamento, della rovina del nostro ordinamento costituzionale. Impedisce molti investimenti in Italia perchè impedisce a tanti di investire in Italia».
«Non esiste un problema che si chiama Matteo Renzi», ha assicurato Letta e la battuta del sindaco di Firenze a Porta a Porta, ha aggiunto, «non mi ha offeso, tutti i problemi tirati» dalla stampa «non esistono».
Fonte Articolo: ilmessaggero.it
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