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Unione Sarda, Mauro Pili nominato capo redattore.  Ex politico sardo di peso torna a fare il giornalista

Mauro Pili

  

 

“Futuro e Tradizione: l’Unione c’è”, questo il titolo dell’articolo con cui Zuncheddu spiega le ragioni che l’hanno spinto a puntare su Mauro Pili. “Credo sia inusuale”, scrive, “che un editore presenti una nuova collaborazione giornalistica. Lo faccio oggi per l’importanza che attribuisco al profilo personale e professionale del nuovo entrante nella redazione de L’Unione Sarda, convinto di integrare e arricchire l’offerta di contenuti di qualità ai nostri lettori, telespettatori, radioascoltatori e utenti del web”. Pili già collaborava da qualche mese col quotidiano “con inchieste documentate su temi di grande rilevanza che in un giornale come il nostro non possono mancare” sottolinea Zuncheddu, che affida al nuovo capo redattore la responsabilità di sviluppare e coordinare inchieste regionali e locali multimediali (testo, foto, video, audio e dati) oltre all’incarico di curare giornalisticamente “il ruolo de L’Unione Sarda, Videolina, Radiolina sui social network. Ho ritenuto utile per l’Azienda acquisirne competenza, esperienza e passione maturata nell’attività giornalistica prima e politica poi, attività nelle quali ha sempre profuso grande impegno per le finalità nelle quali ha ceduto. Oggi Mauro Pili torna a fare il giornalista, come altri hanno fatto prima di lui nei più svariati campi. Ha accettato la mia proposta – conclude Zuncheddu – con piacere, consapevole e convinto che l’attività politica, peraltro lasciata da tempo, sia incompatibile con la professione giornalistica”.

Naturalmente il ritorno di Pili ha fatto nascere molti commenti e  alcuni sospetti tra gli osservatori sardi, che avevano registrato  subito la sua presenza come collaboratore sulle pagine del quotidiano. La storia giornalistica di Pili, iniziata scrivendo per La Nuova Sardegna, è stata brevissima sempre intrecciata all’attività politica. Poco più che ventenne  ( è nato nel 1966) è vicino ai  socialisti  schierandosi per il referendum contro le basi NATO in Sardegna. Nel 1990 crea ad Iglesias la lista civica Nuova Via, per presentarsi alle elezioni comunali, ma non gli va bene. Ma non si arrende. Nell’agosto del 1993 il sindaco di Iglesias annuncia le dimissioni e Mauro Pili con l’appoggio di un’altra lista civica si candida a sindaco. Il 23 novembre va al ballottaggio e il 5 dicembre vince il ballottaggio diventando sindaco di Iglesias. Il suo impegno maggiore è per la riconversione delle miniere e per riportare l’acqua corrente nelle case di Iglesias. Allo scadere del mandato, Pili viene riconfermato sindaco: resterà fino al 1999 quando, durante il periodo pre-elettorale per la nascita del nuovo consiglio regionale sardo, Pili entra nel mirino di Silvio Berlusconi e di Forza Italia, che lo vede come il candidato giusto per la Regione. Ma non sarà una conquista facile. Sostenuto dal Polo per la Sardegna che comprendeva Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD e i Riformatori Sardi, Pili si presenta alle elezioni: al primo turno prende il 49,60% dei voti, e ce la fa a vincere il ballottaggio con il 54%, ma non gli basta per assumere la presidenza.  Grazie alla legge regionale di quell’epoca il centro-sinistra aveva ottenuto 37 rappresentanti in Consiglio Regionale contro i 35 di Pili, mentre i non appartenenti ai due poli erano 8.   Pili chiede la fiducia al Consiglio Regionale,  ma non l’ottiene e con 39 voti favorevoli e 40 contrari ed è costretto  a dimettersi dalla Presidenza della Regione.  Nuovo giro elettorale nuova exploit  personale di Pili, ma anche stavolta i numeri per la fiducia non sono comunque sufficienti. Pili deve aspetttare  l’ottobre del  2001 quando  dopo le dimissioni del Presidente Mario Floris , finalmente arriva il suo turno infatti con 43 voti favorevoli e l’astensione dell’opposizione ce la fa a diventare Presidente della Regione Sardegna. Ma sono anni di una gestione tormentata con continue mozioni di sfiducia fino a quando Pili  nell’agosto del 2003, a solo 38 anni, lascia la Presidenza.
In Sardegna ci si prepara ad un altro round elettorale sempre per conquistare la Regione. In campo il Polo delle Libertà, che nel frattempo e’ diventato Casa delle Libertà ( da tre anni ritornata a Palazzo Chigi) insiste a puntare su Pili come candidato governatore. Nel frattempo è cambiata la legge regionale e sono cambiati anche gli avversari: principale antagonista di Pili il candidato della coalizione di centro-sinistra, è il proprietario di Tiscali,  Renato Soru che il 12-13 giugno 2004 uscirà vincitore con il 50,10%. contro il 40,50% di Pili che resterà all’opposizione per due anni, per monitorare la regione anche come responsabile di Forza Italia in Sardegna.
Passano quattro anni e nell’aprile del 2008  gli italiani sono chiamati di nuovo alle urne per eleggere il Parlamento, in conseguenza dello scioglimento delle Camere della XV legislatura, dopo la caduta del Governo Prodi. Pili si candida con il neonato Popolo della Libertà che
in coalizione con il Movimento per le Autonomie al sud e con la Lega Nord al nord, vincerà le elezioni e Pili, terzo candidato in lista dopo Berlusconi e Gianfranco Fini, viene eletto deputato alla Camera e diventa anche membro del Consiglio Direttivo del PdL alla Camera.
Altra rielezione come deputato per la Sardegna alle politiche del 2013 sempre con il Popolo della Libertà, ma è una storia breve. Pili infatti decide di lasciare il Pdl nell’ottobre dello stesso anno, per entrare nel Gruppo Misto a rappresentare la componente regionalista sarda Unidos. Rimane alla Camera fino alle elezioni del 2018. Alle Elezioni regionali 2019 Ma è nuovamente candidato presidente alle elezioni reglionali in Sardegna con la lista Sardi Liberi, che racchiude sia indipendentisti progressisti come ProgReS, sia sardisti di centrodestra fuori dalla sfera del Partito Sardo d’Azione. Pili raccoglie solo il 2,13% e decide di abbandonare la politica attiva

Fonte Articolo :http://www.primaonline.it

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